Il 22 ottobre nell’Archivio Antico dl Palazzo Bo, si è tenuto l’incontro “Ripensare la scuola nell’era dell’AI”, ospitato nell’ambito della Digital Week.

Promosso dal Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e condotto dal professor Emanuele Menegatti, ordinario di Intelligent Robotics, il momento di confronto fra ricerca, scuola e società ha riunito voci del mondo accademico e scolastico per riflettere su come l’intelligenza artificiale e la robotica stiano trasformando l’educazione, e su come la scuola possa accompagnare questa transizione restando fedele alla propria missione formativa.

Aprendo i lavori, Menegatti ha illustrato come la ricerca condotta nel campo della robotica educativa possa offrire strumenti utili per sperimentare nuovi modelli di apprendimento, capaci di coinvolgere attivamente gli studenti e favorire la collaborazione tra discipline. Ha ricordato che la robotica e, più in generale, l’intelligenza artificiale non devono essere introdotte a scuola per formare esperti tecnici, ma per aiutare gli alunni a comprendere e utilizzare consapevolmente le tecnologie intelligenti come parte del loro percorso di crescita.

Susanna Sancassani, direttrice del Centro METID del Politecnico di Milano, ha proposto una riflessione sull’evoluzione dei grandi modelli linguistici e della agentic AI, che consentono di interagire e agire attraverso il linguaggio naturale. Ha mostrato esempi di applicazioni educative che rendono l’apprendimento più accessibile e coinvolgente, invitando a “ripensare l’architettura del sapere” e a superare le separazioni tradizionali tra discipline tecniche e umanistiche.

Laura Cesaro, dottoranda del Dipartimento e docente nella scuola primaria, ha presentato il progetto europeo AI2Schools, che mira a introdurre l’intelligenza artificiale nella didattica attraverso percorsi di formazione per docenti e attività laboratoriali con gli studenti. Recenti indagini infatti mostrano che oltre la metà degli studenti utilizza già applicazioni basate su AI per studiare e ricercare informazioni, mentre circa il 70% dei docenti esprime il bisogno di una formazione specifica per integrare queste tecnologie in modo consapevole. Il progetto promuove quindi un approccio partecipativo e inclusivo, in cui insegnanti e alunni imparano insieme a interpretare e usare gli strumenti di AI in modo critico. (slide)

Simona Michelon, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha approfondito il tema della governance dell’intelligenza artificiale nella scuola, sottolineando la necessità di definire valori e regole condivise per un uso etico delle tecnologie. La scuola – ha osservato – deve diventare una “comunità riflessiva”, capace di orientare le scelte educative e di evitare che l’AI amplifichi disuguaglianze o dipendenze digitali. (slide)

A concludere, Piervincenzo Di Terlizzi, dirigente scolastico e coordinatore della rete di 55 istituti del Friuli Venezia Giulia, ha presentato le linee guida per l’uso educativo dell’AI, elaborate in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito. Il documento propone un approccio partecipativo e trasparente, che orienti l’AI alla crescita della persona e della comunità scolastica. (slide)

Nel dialogo con il pubblico è emersa una consapevolezza condivisa: ripensare la scuola nell’era dell’intelligenza artificiale significa ripensare la conoscenza stessa, i suoi linguaggi, le relazioni e le responsabilità che ne derivano. L’AI non sostituisce la scuola, ma la invita a rinnovarsi come spazio di pensiero critico, creatività e cooperazione.

L’incontro si è concluso con l’impegno a proseguire la collaborazione tra università, scuole e centri di innovazione didattica, per costruire insieme una cultura educativa capace di abitare con consapevolezza e fiducia il tempo dell’intelligenza artificiale.